domenica 18 aprile 2010

oceano mare

canto
il mistero
del blu
speciale
movimento
infinito
di acqua
di cielo
di vento
vita
profonda
di mille
misteri
di mille
colori.

lunedì 12 aprile 2010

giorni di sole chiaro

giorni
di sole chiaro
fiori nel vento
che canta che dice poesie
il
cuore batte forte
l'amore si avvicina
è
primavera!

domenica 11 aprile 2010

Il veliero dei bei bucanieri

Portentosa era la luce del sole in quella mattina di dicembre nei mari del sud. Uno di noi marinai del veliero “bei bucanieri” si ricordò che era il 25 dicembre, natale! E tutti sentimmo un improvviso aroma di incenso, neve e panettone, anche se alle sei del mattino faceva già caldo e stavamo in costume da bagno, seguendo la rotta dei pesci muggepi, famosi pesci guida che rintracciano misteriosamente le navi destinate allo spargimento illegale di rifiuti nei mari del sud. Ora, il branco dei muggepi si era fatto numeroso e folto, segno che da qualche parte nei dintorni c’era una nave oscura, come le chiamavamo noi, e bisognava trovarla e fermarla. Ma era pur sempre natale e mi precipitai in cabina a prendere i berretti rossi col pompon e il bordo di pelo bianco, e li indossammo e ci fotografammo ridenti, un equipaggio di marinai mezzi nudi senza scarpe e coi berretti da babbo natale. Dal mare uscì un delfino che nella sua lingua astrusa ma comprensibile ad orecchie allenate, chiese se potevamo dargli un berretto, ridendo gli lanciai il mio, il primo delfino di natale del mondo si lanciò in acrobazie e salti e tuffi, bisognava vederlo, col berretto sulla grande testa, evoluzioni fantastiche senza perderlo mai!
Se avessimo potuto intuire le nostre vicine avventure, forse avremmo riso di meno, o forse di più, perché tutti noi eravamo persone ardite e nulla ci spaventava, nemmeno gli spargitori di rifiuti, nemmeno le tempeste, che in quei mari diventavano veri e propri sconvolgimenti della natura. Ma ne avevamo viste tante e l’allegria del nostro cuore ardito ce le aveva fatte sempre superare.
Con noi c’era anche una sirena, Debora l’avevamo chiamata quando, bellissima, era salita sul nostro veliero, con un guizzo argentato. Bellissima restava gioiosa tra noi e ci rallegrava col suo canto. Non è vero che il canto delle sirene sia pericoloso. La sua voce ci univa ancora di più, ci rendeva felici e coraggiosi, pronti a cambiare il mondo! E ora anche lei rideva con noi, rubò il berretto da babbo natale di Luca e si mise a danzare sulla sua splendida coda di pesce, cantando limpide note del fondo del mare.
Amavo Debora, la bella sirena, amavo quel momento di festa, i balli e i giochi del delfino e pure il panettone che aprimmo e ci dividemmo, buono a casa, ma nel nostro veliero era diventato un po’ secco e salato, strano sotto i denti. Che importava! Era bello essere lì, noi quattro bei bucanieri, un delfino e una sirena sulla rotta dei pesci muggepi.
Ma noi quattro bucanieri, io Renato, poi Luca, Andrea e Marco, dovevamo ricordarci molto a lungo quel natale sulla scia dei pesci muggepi, che tutti insieme si fermarono inabissandosi nell’improvvisa ombra nera che aveva oscurato il blu felice del mare. Debora la sirena si fermò in mezzo alla sua più dolce canzone e il delfino smise le sue acrobazie, inabissandosi senza restituirmi il berretto da babbo natale,
Di fronte a noi, nera e immensa, si stagliava la nave stracarica di rifiuti dannosi. Una grandissima gru era già pronta a scaricare, toccava il pelo dell’acqua, facendo fuggire lontano gli abitanti del mare. Ma per nessuno poteva esserci scampo, i rifiuti seguendo la corrente sarebbero arrivati dovunque, bisognava fermarli, subito!
“alto là!” urlai con la mia voce possente, e così urlarono i miei fidi marinai. Dalla nera nave si affaccciarono una ventina di volti ghignanti... e noi eravamo solo quattro bucanieri e una sirena! E quelli erano armati di mitra, noi solo del nostro amore per la vita! Ma nulla sarà mai più forte dell'amore, e Debora cominciò a cantare. Un macigno sarebbe diventato ghiaia, ascoltando le note della nostra sirena, ma ben più duro era il cuore di quei cattivoni, che senza rifletterci su arpionarono il nostro bel veliero... eravamo prigionieri, noi quattro bucanieri e la nostra bellissima sirena! La mia testa lavorava furiosamente: eravamo noi, capaci di affrontare situazioni ben peggiori, intanto la nera nave era legata a noi, dunque chi poteva dire chi fosse prigioniero di chi? Nella situazione, bastava vedere dove ci avrebbero trainati; qualcosa ci sarebbe venuto in mente. Feci segno ai ragazzi e cominciammo a cantare a squarciagola, tra le risate di Debora la sirena, tre canzoni sconce dei pirati dei sette mari.
La nera nave andava veloce e presto giungemmo a una frattura tra gli scogli della riva di un isolotto non esistente sulle carte nautiche: era un roccione tra le onde, ma la spaccatura apriva la strada a un vasto lago salato che si trovava, in pratica, giusto sotto l'isola scoglio. Allora Debora cominciò a ridere e nella lingua delle sirene ci annunciò nuove sorprese. Sotto di noi in effetti sentivo discutere dei delfini: non erano fuggiti, ma probabilmente già sapevano che quello era il campo base della nera nave.
Giungevano intanto a frotte uccelli marini dal verso stridente, alleati speciali dei bucanieri ecologisti: una canzone della bella sirena bastava a farli arrivare, ed ecco che.... oh poveri uomini cattivi! Seppelliti da cacche di uccelli marini, gridarono il pentimento più sincero, giurarono, implorarono... e subito i delfini, di cui uno portava un berretto da babbo natale, agganciarono la nera nave scacazzata e la trainarono fino al tribunale capeggiato dal bravo dio Nettuno, che ci sapeva ben fare con quei cattivoni, rendendoli docili come agnellini, non per niente era un potente dio marino.
Così noi con la nostra bellissima sirena tornammo a casa a festeggiare il nuovo anno sulle spiagge di casa nostra, tra canti, nevi e un bel falò, e a Debora la bella sirena regalai per star calda un bel maglione verde come la sua coda!