sabato 28 marzo 2009

il pregiudizio

Il pregiudizio.
Dato che lo vivo sulla mia pelle, lo conosco bene, il pregiudizio. Ne riflettevo anche oggi a scuola, mentre i miei compagni svolgevano il compito che io farò lunedì, per via che sabato con me c’è l’assistente specialistica e non l’insegnante di sostegno. E state attenti che non è un modo di agevolarmi, ma solo una conferma della paura dei miei insegnanti di vedermi raggiungere un buon risultato.
Io appartengo a quella categoria di esseri non verbalizzati e dotati di pochi mezzi da un creatore un po’ distratto, che però, dotandoci anche di molta capacità di pensiero, ci ha messi di fronte a un’infinita gamma di opportunità, raggiungibili con i giusti sostegni.
Già lo scorso anno, con mia sorpresa, ho vissuto il rifiuto da parte di alcuni insegnanti; da parte di tutti l’opposizione al mio modo di esprimere, scrivendo con la facilitazione, il mio pensiero. Ho riflettuto a lungo in questi brutti mesi di seconda, in cui di tutto vien fatto per bocciarmi poiché io devo tornare a far parte degli esseri nonpensanti, voglio dire di quelli che lo stereotipo ritiene tali, e che accettano il posto che vien loro assegnato. E riflettendo ho capito che faccio paura al gruppo degli insegnanti, dato che… se uno come me dimostra di capire e pure magari è bravo, dove va finire quel loro potere di decidere “per il mio bene”, dove va a finire la loro superiorità già minata da altri eventi scolastici? Ci mancherebbe la rivolta dei disabili gravi…
Insomma il pregiudizio qui ha la funzione di tenerci buoni, con tutti i mezzi a disposizione, e la scuola ne ha tanti.
Io sono cresciuto e lavorerò contro questi stereotipi e pregiudizi, per una scuola di tutti. Ma come faranno coloro che agiscono con tanta premura per impedirmi d andare avanti, a trarre soddisfazione dal loro lavoro? Non sarà che il pregiudizio si ritorcerà contro di loro, facendo più danno a loro che a me?

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