domenica 29 giugno 2008

fiabe speciali per bimbi come ero io.

Draghi e gran vapore…

Grande terrore destava nel regno del re Basilichino la vista del Drago vaporoso: dalle narici gli usciva fuoco e fumo e ruggiva come il terribile bestione che era! Ma Basilichino era un re molto pacifico e non voleva che umiliassero il Drago con l’intervento di cavalieri mezzo rimbambiti a forza di fare tornei tra loro. Un giorno venne la grandine e il gelo, e nel regno di Basilichino tutti bubbolavano dal freddo! Il buon Drago allora, grato al fantastico re che aveva sempre accettato quei potenti ruggiti infuocati, ebbe un colpo di genio. Iniziò a girare per tutto il regno alitando vapore sulle case che diventarono belle calde. Non lo sa quasi nessuno, ma fu inventato quel giorno il riscaldamento centrale.






Biologica verità.

Mentre il bosco riposava nel sonno invernale, alcuni uomini cattivi decisero di abbattere tutti gli alberi e costruire un macDonald’s. Così fu, perché gli alberi non si possono difendere, soprattutto d’inverno! E al posto degli alberi fronzuti e freschi di belle ombre, quella primavera vide sorgere un brutto edificio da cui usciva un gran cattivo odore di cibi scadenti e mal cucinati.

Ma i topi, che nel bosco erano stati graziosi topini, adesso, non avendo più frutti da rosicchiare, erano affamati; così fecero man bassa nelle cucine del mac, diventando grossi come lupi! E sbranarono tutti i sandwich e molto ulularono per il gran mal di pancia che li colpì tutti, e quel mac fallì e fu invaso dalle erbacce, e fu così che il bosco crebbe di nuovo.

mercoledì 25 giugno 2008

poesie fresche

Temporale in arrivo


Nubi minacciose

luccicano contro il sole

in un cielo blu d’estate.

poi piove nel bosco.



Dopo la pioggia


Gocce grosse musicali

scendono dalle foglie brillanti

in un canto festoso.

io bagnato e felice

bacio i raggi del sole

tornato a scaldarmi.



Ponte del diavolo


Ponte di archi misteriosi

prospettive di fiume e verdi monti

cieli di azzurro nuovo

salendo sulla tua cima

il mondo si inclina

diverso da prima.

martedì 10 giugno 2008

gioia

In questa bella fresca mattina estiva cantano le rondini e il mio cuore. Ieri mi hanno gremito di gentilezze, il mio amico neuropsichiatra della cooperativa Intervento di Mestre che segue noi ragazzi che facciamo comunicazione facilitata, e poi le operatrici favolose che lavorano con lui, ma non è solo il potere dei complimenti a darmi gioia. È sapere che c’è chi vuole restituire la voce a noi che ne siamo stati privati non solo da una patologia, ma soprattutto dalle etichette feroci dei professionisti purtroppo obbligati che ci acquisiscono doverosamente e per non lavorare troppo ci vogliono ritardati. E certo se già sei chiuso nel silenzio e non ti offrono la possibilità di esprimerti, ritardato finisci per sentirti! Quanta voce ci resta dentro, che ha bisogno di uscire, di gridare che esistiamo, che siamo persone vere con troppe cose da dire! Ma io ho un sacco di persone che credono in me, e le voglio ringraziare tutte, col cuore allegro stamattina!

lunedì 9 giugno 2008

haiku

Primo haiku

Bei giorni di aprile

Lieti di rondini in volo

Nostalgia

Di un passato più gaio dell'oggi.


Grigio.


Un grigio cielo fumoso

di nebbie mattutine

rugiada sui fili dell’erba.

Io aspetto paziente

che sorga il sole

a riscaldarci il cuore.


Estate.


Papaveri rossi

belli nel verde veloce del prato

io sogno l’estate

gaia di belle vacanze.


Tiglio.


grande quel tiglio verde

ombra generosa

mi siedo tra i suoi rami robusti

aspetto.

storia d'amore

Tre strade per far tardi.

Erravamo per le sconosciute campagne, in una bella domenica di settembre. Il sentiero sembrava roccioso e dritto, nella sua salita verso nuovi luoghi. Poiché non c’è niente di meglio che scoprire nuove vie da percorrere, mi sentivo lo spirito avventuroso e fiero, e benchè fossimo in una semplice campagna intorno a paesetti conosciuti, il senso di mistero mi avvolgeva come un mantello invisibile. Mia moglie bellissima come sempre camminava col suo passo di danza leggera, respirando felice i primi odori d’autunno. Io volevo fermarmi per vivermi meglio il momento, ma lei volava sulle rocce, come un fresco vento di giubilo, stentavo a raggiungerla. Restavo indietro, e così godevo del paesaggio e della danza veemente della mia amata.

A un certo punto giungemmo a un bivio, due strani segnali dicevano uno “per di qua” e l’altro “per di là”. Interdettta, la mia bellissima moglie si era ben fermata, alla fine del dritto sentiero. Oggi, pensai, brividi strani mi dicono rari eventi, prenderemo per di qua, per di là, o prudentemente torneremo indietro? Quali eventi misteriosi seguiranno la nostra scelta? Tre strade per far tardi, se restavamo dell’altro lì a pensare, tre strade che avrebbero decretato il nostro destino. Né nulla poteva aiutarci dato che le tre vie eran deserte restando fuori dall’abitato, e non c’erano ville né gente a cavallo, soltanto noi due smarriti nel freddo improvviso di una sera d’autunno in cui i bellissimi colori del tramonto contrastavano dolorosamente con le dure incertezze della mia anima.

Chiusi allora gli occhi, per ascoltare le voci consigliere dell’universo totale. Il consiglio era veramente sorprendente: restate al bivio strambo, uniti marito e moglie, e fate l’amore fino a giorno, allora saprete dove andare.

E fu così l’amore a guidare il nostro destino.

un mio racconto

Realtà e sogno

Urticante beltà, beh, tesoro mio, il paesaggio è bello, strepitoso, fa quasi piangere, con quei monti eternamente innevati lassù. Io e te ci andremo presto, aiutati dal nostro amore. Io camminerò avanti, per farti strada; lo sai, io sono il re del fantastico, da questa mia terrazza con vista sui vicoli bui e sui grandiosi campanili che svettano sulle grette anime locali. Ma che vita stramba è la nostra, a volte mi sembra che non esista né sogno né realtà, perché tu sola sai se esisti o no, delicata forte regina del mio cuore. Non so se è reale la mia prodigiosa nonna, matriarca del luogo, amabile cuciniera di sapori buoni e freschi, ma forse troppi, il loro profumo riempie l’anima, io desidero darle la mia poesia che lei trova irreale. Ma, mia cara fidanzata, io sento anche il tuo profumo, i tuoi occhi mi guardano bellissimi e oggi andiamo in montagna.

Testimoni del nostro amore saranno i ghiacci eterni, quelli che non avremo desiderio di raggiungere perché non vorremo sporcare il loro candore speciale.

Non c’è nessuno su queste cime, solo noi due e le rocce e tanti minuscoli fiori blu come i tuoi occhi. Poesia è quest’aria sottile, il laghetto in cui immergi, per gioco, i tuoi piccoli piedi.

Sulla terrazza piove, ma la canzone delle grosse gocce è sottofondo alla mia poesia di fiabesco sentire. Tra poco sarà giorno, gli abitanti del quartiere si sveglieranno e cominceranno una grigia giornata, dato che non sanno guardare al di là del reale. Per loro la pioggia è solo acqua, per me è leggenda d’amore. E mi fermo ad ascoltare il canto lieve della buona pioggia di aprile, che fa crescere i fiori del mio amore poesiesco, nato dall’anima e percorso da fremiti di aria pura. Lontano, lontano da qui, da chi mi chiama il tonto, tonti siete voi che non avete mai visto le maestose montagne del mio amore.

domenica 8 giugno 2008

in un mio giorno scolastico

ciao, sono un ragazzo disabile che scrive con la tecnica chiamata comunicazione facilitata. Non c'è dubbio che io possa imparare molto a scuola, ma la scuola che frequento io, il liceo delle scienze sociali di Pontedera, non è dello stesso parere. Devo ringraziare per questo anche la neuropsichiatra infantile dell'ASL, che dice che sono un ritardato mentale grave che fa cose strambe che non dovrebbe saper fare. Ma che la sua diagnosi sia esotica lei, invece, e le mie capacità non siano poi così strane?
In un mio giorno scolastico ne vedo di tutte le specie... per fortuna per quest'anno è finita... ma finita con l'amaro dei dispiaceri di vedermi oggetto di bullismi... da parte delle prof di sostegno, altro che sostegno, signori miei, per loro sono l'ignobile ritardato che non vuole stare al suo posto.
Infatti non ci sto, punto in alto. Voglio scrivere dappertutto il mio pieno diritto all'istruzione, in vista anche del diritto a un lavoro e dei diritti di chi verrà dopo di me. E ce la farò, un grazie ai miei compagni di classe che mi hanno fatto sentire dei loro.